È di tutta evidenza che la situazione che stiamo vivendo non possa essere inquadrata in un modello econometrico in grado di sviluppare proiezioni credibili e sostenibili.
Le variabili in gioco sono tante, di natura diversa, difficilmente prevedibili nella loro evoluzione. Pertanto qualsiasi stima rischia di essere un semplice esercizio di stile.
Ciò premesso, e con tutte le cautele del caso, abbiamo provato a valutare il grado di resilienza del mondo dei concessionari alla crisi da COVID-19.
Il mercato dell’auto ha perso, nel primo quadrimestre del corrente anno, circa il 50% del volume consuntivato nello stesso periodo dell’anno precedente. Aprile chiuderà a circa 350.000 immatricolazioni contro le 713.000 del 2019.
Negli 8 mesi successivi (Maggio-Dicembre) del 2019, sono state immatricolate circa 1.2M di autovetture.
Il mercato dei prossimi 8 mesi del 2020 dipenderà da molteplici fattori. Solo per citarne alcuni: l’eventuale programma governativo di incentivazione alla rottamazione, il livello di supporto commerciale delle case auto, il grado di fiducia dei consumatori, la gestione delle griglie di scoring nel finanziamento al consumo.
Ciò detto, ed assumendo che dette variabili possano essere, il più velocemente possibile, elementi di supporto alla ripresa, possiamo proiettare, sempre con tutte le cautele del caso e senza alcuna validazione macroeconomica, un livello di immatricolato Maggio – Dicembre tra il 70% e l’80% dello stesso periodo 2019. Quindi tra 840.000 e 960.000. Ciò porterebbe il mercato totale 2020 nella prima ipotesi a 1.19M (-38%) e nella seconda ipotesi a 1.31M (-32%).
A fronte di un calo di mercato nelle proporzioni predette molti si saranno posti la domanda: quante imprese della distribuzione automobilistica potranno resistere ed essere pronte ad affrontare un più sereno 2021?
Abbiamo provato a fare un esercizio sulla base dei bilanci 2018 (prevedendo che il 2019 non abbia spostato significativamente i parametri del business) sulla base delle seguenti assunzioni:
- Calo del fatturato del 30% e del 40%
- Calo del costo del venduto di pari livello
- Calo delle spese per prestazioni di servizi del 15%
- Calo del costo del lavoro del 20% (anche in considerazione della cassa integrazione in essere)
Sulla base di queste ipotesi abbiamo ricalcolato il reddito ante imposte, a cui abbiamo sommato il valore degli ammortamenti (costi non monetari), per stabilire il deficit di cassa operativa a cui dovranno far fronte i concessionari nel 2020.
Fissando come regola inderogabile che i livelli di capitale circolante netto non dovranno aumentare (anzi possibilmente dovranno ridursi), il deficit di cassa operativa è stato sommato alla posizione finanziaria netta per stabilire il nuovo livello di indebitamento con cui i dealer dovranno confrontarsi nel corso del 2020.
Abbiamo definito come area di medio rischio la combinazione dei parametri : RAI + ammortamenti < 0 e Posizione finanziaria netta (al lordo del deficit di cassa operativa) / Fatturato tra il 15% ed il 20%
Abbiamo definito come area di alto rischio la combinazione dei parametri : RAI + ammortamenti < 0 e Posizione finanziaria netta (al lordo del deficit di cassa operativa) / Fatturato maggiore del 20%.
I risultati sono i seguenti:

Nel caso il mercato scenda del 30% (prima tabella) la nostra stima della mortalità di impresa è tra il 20% ed il 30% della popolazione attiva.
Se la perdita di immatricolato si dovesse attestare intorno al 40%, la nostra stima della mortalità di impresa sarebbe tra il 30% ed il 40% della popolazione attiva.
Le stime tengono conto dei supporti finanziari che le case auto (che vivono, allo stesso tempo, una situazione di seria difficoltà) hanno approntato per le reti di vendita e dei meccanismi di sostegno messi in campo dal Governo (cassa integrazione, proroghe nelle scadenze dei pagamenti).
Speriamo di essere smentiti. Ovviamente verso il basso.
Team Italia Bilanci