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Automotive Dealer Report 2020 – Versione Cartacea

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L’EDITORIALE DI NICOLA GIARDINO

ADR: dieci anni di analisi economiche e finanziarie.

L’Automotive Dealer Report compie dieci anni durante i quali siamo stati gratificati dalla stima e la fedeltà dei più bei nomi del settore auto che ci hanno seguito e sostenuto. E non è ancora tutto finito perché ci sarà ancora molto da raccontare e commentare a cominciare dalle conseguenze di un’epidemia che sta mettendo in pericolo la salute e in ginocchio l’economia. 

Il progetto che diede vita all’ADR è fondato sul principio che soltanto attenendosi ai canoni della competenza, del controllo di gestione, della pianificazione dell’attività, della capacità di relazione e del coraggio dell’innovazione l’imprenditore è in grado di gestire la propria azienda e di affrontare le instabilità di mercato. Il risultato economico positivo e la sua stabilità sono fondamentali per valutare l’efficienza delle aziende, come indicato con dovizia di particolari, da Fausto Antinucci nell’approfondimento sul valore aziendale nelle pagine che seguono.

I concessionari hanno pagato caro le conseguenze di momenti tra i più critici della loro storia. Alla crisi economica si è affiancata quella del diesel, dell’accelerazione sui nuovi powertrain, delle nuove forme di mobilità e delle conseguenze negative di eccessive e spesso avventate limitazioni del traffico nelle grandi città. Si percepisce un diffuso disorientamento della clientela. Le Case dovranno per questo convertirsi a riconoscere il ruolo cruciale del dealer come anello di congiunzione con la clientela, sul territorio. Per usare le parole di Giuseppe Volpato:” I concessionari vanno visti e coinvolti come terminali intelligenti.” La trasformazione richiede però il superamento di mentalità obsolete.

Un calo di mercato delle dimensioni di quelle vissute, non solo in termini di immatricolato ma anche di riduzione della quota di vendita ai privati, ha messo già a dura prova la rete di distribuzione per il crescente orientamento dell’utenza all’utilizzo più che alla proprietà dell’auto.

Le conseguenze sono incalcolabili perché l’attività di vendita del nuovo non è più in grado da sola di produrre reddito sufficiente a garantire il futuro. Pensare che i conti economici dei dealer si costruiscano con la quota di mercato e con il numero di auto vendute è stata a lungo una politica dannosa, non per niente sostenuta dalle Case.

Lo squilibrio tra domanda e offerta e il contemporaneo inasprimento della concorrenza, non solo extra branding ma anche all’interno dei singoli marchi, a suon di offerte promozionali, ha determinato una naturale selezione di mandati di vendita e una maggiore dimensione dei dealer superstiti. In un mercato ormai lontano dai picchi del 2007 e sempre più attestato su volumi di immatricolato intorno ai 2 milioni di unità se non meno, l’elemento dimensionale è diventato determinante. L’unica strada percorribile per competere è rappresentata dalla riduzione dell’incidenza dei costi operativi sul fatturato, che solo una maggiore dimensione dell’impresa può garantire.

Il fenomeno ha avuto inizio nei primi anni della crisi, quando in soli cinque anni ben 600 dealer hanno abbandonato il campo costretti a cedere ad altri l’attività. Negli anni si è andato sempre più intensificando fino al dimezzamento della rete, ridotta attualmente ormai a circa 1320 operatori. I nomi delle aziende che hanno fatto grandi acquisti di strutture, anche storiche e radicate sul territorio, sono sulla bocca di tutti. A quelli di Autotorino, Porsche Holding e Di Tanno, di cui si parla diffusamente nelle pagine interne nelle interviste di Umberto Seletto, si aggiungono i gruppi Penske, Bossoni, Brandini, Barchetti, De Bona, Fassina e, al sud, Maldarizzi e altri ancora.

Abbiamo cercato di raccontare un decennio segnato da grandi cambiamenti affiancando, alle analisi economico finanziarie, commenti e approfondimenti a firma di nomi noti del mondo economico, accademico, scientifico e del giornalismo specializzato come, in questo numero, gli accademici Zirpoli, Stocchetti, Bonalumi e Buzzavo che ha firmato la Prefazione, ma anche i giornalisti come Malan, Caprino, De Vita e Di Pietro e altri ancora. Un gruppo qualificato, al quale siamo molto grati, che ha reso l’ADR e Italia Bilanci un punto di riferimento per il complesso mondo della distribuzione auto. Continueremo in futuro su questa strada.

Per ultimo vorremmo ringraziare i dealer, in particolare quelli che ci hanno assiduamente seguito e incoraggiato; gli sponsor, in particolare Findomestic, sostenitore fin dalla prima edizione, ma anche tutti gli altri di ieri e di oggi; Italia Bilanci, per la fiducia e l’opportunità di realizzare l’ADR; Anticrisi Day, che ha seguito tutte le fasi del progetto e della realizzazione mettendoci a disposizione preziose risorse. Non può mancare, infine, il ringraziamento a Giovanni Artiglio per la gestione dei dati e per il lavoro di back office e a Francesco Gaglianone per la realizzazione grafica.

Al prossimo Decennio!

Nicola Giardino

Direttore Editoriale – Italia Bilanci

Informazioni aggiuntive

Peso 0,385 kg
Dimensioni 0,5 × 21 × 30 cm

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